Come mai durante gli acquisti di panico la gente ha messo come priorità la carta igienica?

20 aprile 2020
Come mai durante gli acquisti di panico la gente ha messo come priorità  la carta igienica? - Articolo - Alice Xotta

La corsa all’acquisto di carta igienica è simbolo di una società che per quanto evoluta, si è trovata all’interno dell’esperienza “coronavirus” a riscoprirsi primitiva. In una condizione di angoscia alimentata da un vociare continuo esce l’istinto di sopravvivenza che ci accomuna tutti data la presenza in noi del cervello rettiliano ossia la “mente primitiva” che in momenti di difficoltà ci spinge ad accumulare istintivamente più risorse possibili per affrontare quello che crede essere un periodo di carestia o difficoltà.

Ecco allora che la carta igienica all’interno della nostra società viene percepita come un bene primario non tanto perché essa lo sia realmente (inutile dire che è sempre possibile far ricorso a dell’acqua per lavarsi) quanto per il legame che essa condivide con il concetto di autostima.

Come dice Toscano, psicologo sociale, “la società del benessere in cui viviamo aggiunge un livello di complessità, perché siamo abituati ad un certo livello di agio e di garanzie, di diritti eccetera. Per cui rinunciarci suona come una privazione inaccettabile»

“Le persone faticano a realizzare di dover cambiare il proprio stile di vita perché sono per natura contrarie a tutto ciò che mina la loro autostima”.

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CHE TIPO DI REAZIONE SCATTA?

In queste persone scatta il processo della negazione, reazione di difesa che permette di evitare una messa in discussione delle proprie azioni, ma soprattutto della propria vulnerabilità.

Un altro tipo di reazione è invece la paura, un’emozione inizialmente sana e utile che permette di reagire davanti a fenomeni nuovi.

Nella logica di una lotta, l’uomo deve individuare il pericolo. Se questo non è tangibile, come nel caso dell’invisibile coronavirus, allora l’avversario si concretizza in un altro uomo, il suo prossimo, colui che meglio può incarnare la minaccia. In questo senso la corsa ai supermercati è simbolo della fine della ragione e della tolleranza verso gli altri, ma soprattutto verso sé stessi e la presenza sempre più elevata d’ansia.

AL LIMITE DELLA MANIA

All’interno di questa corsa vi è in realtà un comportamento controproducente alla tutela di sé: il saccheggio e l’assalto ai negozi che abbiamo visto all’inizio dell’emergenza coronavirus va contro le indicazioni fornite dagli esperti, che ancora oggi invitano ad evitare luoghi affollati.

Per seguire queste indicazioni è fondamentale un minimo di coscienza e concentrazione, cose difficili all’interno della realtà italiana che sempre Toscano descrive come “familismo amorale”, ossia il principio per cui io cerco di salvaguardare me e i miei consanguinei a discapito di tutti gli altri.

Ecco allora che la lotta per la carta igienica è una risposta maniacale. La mania in termini semplici è una fuga dall'idea di limite. Il limite ultimo è la caducità dell'uomo, la provvisorietà e il suo essere mortale. Idea che l'uomo moderno rifugge con grande impegno.

La malattia rimette le cose nel giusto ordine: non siamo più onnipotenti, non possiamo tutto anche con la nostra amata scienza. Tutti gli strumenti dell'uomo sono impotenti di fronte a questo.

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Come diceva Jung nel Libro Rosso, “Dobbiamo dunque accettare il nostro male, senza amore né odio, riconoscendo che esso esiste e che deve avere la sua parte nella vita. In questo modo gli togliamo la forza di sopraffarci."
Riconosciamoci quindi si come animali in cerca di un'istintiva soluzione, ma ricordiamoci che siamo animali evoluti e come sosteneva Darwin, quelli che sopravvivono “non sono i più forti o i più intelligenti, ma i più adattabili al cambiamento”, ad ognuno è richiesto quindi di trovare dentro di sé un senso di sicurezza possa guidare in azioni sicure ed efficaci per la propria persona.  

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